Calici (di stelle) amari per i produttori

Forse se ciascuno facesse SOLO LA SUA PARTE, certe iniziative potrebbero ottenere non solo il (facile) successo della presenza di pubblico e di ottimi incassi, ma anche la piena soddisfazione di tutti gli attori in scena. Specie se la posta in gioco è alta come la faticosa riconquista di un ruolo (almeno secondario), nell'ambito della promozione dei vini regionali, in cui Gradisca è stata protagonista assoluta a lungo, fin dagli anni Sessanta. Ruolo ampiamente perduto e purtroppo dolorosamente testimoniato dalle porte chiuse della vecchia Enoteca.

Insomma, se i vignaioli si sono lamentati di non avere potuto partecipare direttamente alla serata gradiscana di "Calici di stelle" e di avere potuto solo guardare da lontano gli addetti della Pro Loco che servivano i loro vini, non si può dare loro torto. La Pro Loco dovrebbe concentrare la sua attività nella PROMOZIONE della città, mentre ormai da tempo si è assunta soprattutto l'organizzazione degli eventi, più o meno utili e coerenti con i suoi fini istituzionali. Svolgendo una funzione di SUPPLENZA DEL COMUNE, che sembra non avere più nessuna capacità di ideare, progettare e gestire manifestazioni di minima complessità. Ma in questo caso si è davvero esagerato. E' naturale che il produttore cerchi ad ogni occasione pubblica il contatto diretto con il cliente e, visto che ce ne sono poche, ancor più deludente è trovarsi nell'impossibilità di farlo proprio nel luogo in cui si vive e lavora. Tanto più che una città ormai priva di un'identità culturale ed economica ha bisogno assoluto di CURARE QUESTO COMPARTO PRODUTTIVO.