Un sogno per il 2020? La rinascita della nostra Enoteca

Sabato 16 novembre, il pomeriggio verso le 17,30, sono passato un momento in sala Bergamas per visitare  la rassegna dei vini Refoschi nell’ambito della manifestazione Gran Premio Noè organizzata dal Comune e dalla Pro Loco di Gradisca d’Isonzo.

Ebbene non c’era nessuno, escluse un paio di ragazze che gestivano le degustazioni e la Presidente della Pro Loco, Marina Civitillo, con la quale mi sono soffermato a scambiare qualche opinione; di pubblico a degustare nemmeno l’ombra.

Premessa: sono un gradiscano da sempre e sono sempre stato vicino al mondo del vino, Negli anni 80 come produttore, successivamente come funzionario regionale e mi sono occupato di questo settore; sono anche associato all’ONAV (ex consigliere della sezione goriziana) nonché membro del consiglio del Ducato dei Vini Friulani.

Ho ben vivo nella memoria cos’era il Gran Premio Noè negli anni 60 ,70 fino agli anni 90; una scadenza attesa ed un obiettivo ambito dai produttori (il superare le selezioni, partecipare alla rassegna ed essere ammessi all’enoteca La Serenissima). Ricordo anche la folla che assaggiava i vini in Sala Bergamas, piuttosto che in Palazzetto, la gente e soprattutto le autorità di alto livello presenti all’inaugurazione dell’evento. Io stesso ho partecipato per anni alle degustazioni per selezionare i vini; c’era tutto il mondo enologico regionale che vi partecipava.

Ora, è sicuramente vero che il mondo del vino si è evoluto e i nostri produttori fanno promozione in maniera diversa (Vinitaly, fiere specializzate in tutto il mondo, guide dei vini, ecc.) e soprattutto fuori regione per cui il Gran Premio Noè e l’enoteca non sono più la vetrina prestigiosa ed ambita come lo è stata nei decenni scorsi.

E’ altrettanto vero però che il Gran Premio Noè e l’Enoteca (ovvero chi li gestisce) negli ultimi 10-15 anni non sono stati capaci di evolversi e di trovare degli obiettivi e dei significati che ne garantissero e rinnovassero il successo.

Ricordo un tentativo (una decina di anni fa) di scipparlo e portarlo a San Daniele nell’ambito di Aria di Festa, ricordo un paio di premiazioni portate in quel di Torino (chissà poi perché), ricordo le ultime versioni a Gradisca ove sono stati premiati non più i vini ma i personaggi che si sono distinti in questo bellissimo ed affascinante mondo. Ricordo però sempre una scarsa partecipazione di pubblico alle premiazioni, la presenza di qualche classe dell’Istituto agrario Brignoli o le consegne dei diplomi di partecipazione ai corsi di assaggiatore ONAV per riempire la Sala Bergamas.

La gestione dell’Enoteca La Serenissima degli ultimi anni mi ispira ancora più tristezza; anche qua è vero che c’è un problema di parcheggi ed è vero che oggi locali ove si beve bene ce ne sono tantissimi e quindi la concorrenza è fortissima. E’ anche vero che attualmente c’è una disputa tra Amministrazione comunale e vecchia gestione che impedisce l’indizione di un nuovo bando, ma mi chiedo però chi sarà quel pazzo che parteciperà al prossimo bando per aprire un locale morto da troppo tempo e senza prospettive di rilancio. Non dimentichiamoci però il valore della sede di questo locale ed il fatto che è la seconda enoteca istituita in Italia dopo quella di Siena.

L’idea che mi sono fatto è che le autorità politiche ed amministrative non hanno idee da spendere per rilanciare nel modo adeguato l’evento e il locale di cui trattasi, ma è anche vero che nessun politico/amministratore vuole passare alla storia come quello che ha chiuso definitivamente il Gran Premio Noè e l’enoteca; e pertanto continua questa lenta ed infinita agonia che anno dopo anno non ci porta da nessuna parte e ci fa spendere risorse pubbliche senza riscontro (per fortuna non tantissime).

E quindi, dopo questa disamina negativa, cosa posso concludere e proporre?

Intanto affermo che così non ha senso andare avanti e, pertanto, se non ci sono idee od iniziative diverse è meglio avere il coraggio di calare il sipario su questa kermesse e sull’enoteca. Ritengo inoltre che negli ultimi anni non sia stato mai avviato un dibattito serio ed approfondito sull’argomento (e mi auguro che queste mie righe in qualche modo abbiano un effetto di stimolo). Credo anche che al mondo vitivinicolo un Gran Premio Noè gestito e strutturato così com’è adesso non importi un bel niente.

Ritengo anche, pur conoscendo il settore, di non avere verità in tasca pronte da spendere. Per chi ha seguito la recente campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Gradisca ricordo un mio video pubblicato sul profilo Facebook della Lista per i Cittadini dove ho affrontato l’argomento Enoteca. Voglio dire che questo locale non può essere gestito come fosse una qualunque osteria; ha delle caratteristiche ben precise che in parte lo penalizzano ma che, gestite in un certo modo, diventano opportunità. La sua vocazione è la mescita del vino di qualità, e quindi dobbiamo giocoforza rimanere in quest’ambito; la sua collocazione nel centro storico e la sua vocazionalità fanno sì che in assenza di attività peculiari e specifiche non può avere successo.

Ricordo ad esempio che l’enoteca di Cormons ha spesso le serate infrasettimanali occupate per corsi di sommelier, assaggiatori ONAV e ANAG (grappe) e poi gestisce serate in cui vengono proposte degustazioni tematiche (vini premiati da guide, verticali di specifiche aziende, comparazioni tra ribolle o friulani, ecc.); secondo me bisognerebbe trovare delle sinergie con questa realtà per drenare a Gradisca una parte di queste attività. L’enoteca dovrebbe inoltre essere la sede naturale delle attività promozionali del Comune (es. inaugurazioni, eventi, ecc.) che diano slancio alla struttura e generino un effetto volano che porti a rilanciare la struttura. Queste caratteristiche devono essere inserite nel nuovo bando, altrimenti non c’è futuro.

Riguardo il Gran Premio Noè i ragionamenti sono ancora più complessi; in questo caso andrebbe ripensato in maniera drastica; com’era 20-40 anni fa non ha più senso e com’è oggi non funziona proprio. Bisognerebbe trovare un formula che dia effettivamente prestigio e visibilità non solo locale a chi vince; per esempio potrebbe essere un concorso enologico su specifiche tipologie di vino da individuarsi annualmente (es. oragewine, malvasie, ribolle,ecc.) al fine di selezionare i migliori produttari per quella tipologia, salvo poi ammettere a degustazione comunque una platea di vini ampia ed esaustiva.

In conclusione voglio dire che quanto esposto in questa sede vuole essere un contributo di riflessione su una problematica che la nostra città sta vivendo in questi anni in modo passivo e negativo; lungi da me l’idea di avere la soluzione in tasca ma semplicemente stimolare un dibattito che raccolga più idee e possa generare delle soluzioni anche diverse da quelle da me prospettate ma che rappresentino una via d’uscita positiva e propositiva che interrompa il lento declino a cui stiamo assistendo e che permetta soprattutto un rilancio degno di questo nome per il Gran Premio Noè e l’enoteca.

 

Enrico Furlan